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La via maestra della Cgil, con Landini in 200mila a Roma: “Non ci fermeremo, territorio per territorio, luogo per luogo”

E’ un fiume di bandiere rosse e striscioni quello che si è riversato ieri, sabato sette ottobre, in piazza San Giovanni, a Roma, al termine della lunga marcia che ha riunito le due ali del corteo organizzato dalla Cgil – la prima partita da piazzale dei partigiani, l’altra da piazza della Repubblica – ai piedi della Basilica. Secondo le stime degli organizzatori circa 200 mila persone hanno marciato per le strade della capitale cantando ‘Bella ciao’ e ‘Contessa’.

La Questura in realtà ne conta 35 mila ma il leader della Cgil, Maurizio Landini, sorride e risponde solo “ci contino”. Dal palco a via Carlo Felice, lo spazio è gremito, riempito dalle oltre 100 associazioni che hanno messo in piedi la manifestazione ‘La via Maestra’, a cui hanno partecipato anche delegazioni dei partiti di opposizione, tra cui il Pd, con la segretaria Elly Schlein. “Faccio fatica a trovare le parole per l’emozione di vedere una piazza così enorme”, dice il segretario generale, visibilmente commosso, accolto sul palco dalla folla che grida ‘sciopero generale’ e ‘Marelli non si tocca’. “Rappresentiamo la maggioranza di questo Paese. Questa è la piazza di chi paga le tasse, di chi vuole un cambiamento. Il governo ci deve ascoltare”, tuona Landini. Dai salari alla sanità, dai migranti alla pace (a Gaza come in Ucraina) la Cgil reclama un confronto con le istituzioni che, ad oggi, non c’è.

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“E’ il momento del salario minimo” ma su questo come sulla legge per la rappresentanza il governo “ha subappaltato il suo ruolo al Cnel e ha messo dentro sindacati che firmano contratti pirata e non rappresentano nessuno”, denuncia il segretario, così come ha “aumentato le spese militari” anziché lavorare alla Pace che è l’unica via per difendere i diritti dei popoli, “anche del popolo palestinese”, sottolinea. “Noi chiediamo che chi tiene in piedi il Paese, cioè le persone che lavorano e che hanno lavorato, siano ascoltate” chiosa il numero uno di Corso d’Italia. Una protesta per ottenere un confronto vero con la politica, quindi, e non contro la legge di bilancio, precisa Landini, che però non risparmia allo scheletro della manovra tracciato dalla Nadef severe critiche. “Già vediamo delle lacune”, dice infatti, puntando i riflettori sui tagli alla sanità, definiti “inaccettabili”, e annunciando che la Cgil chiederà a Cisl e Uil di unirsi alla mobilitazione, portando avanti il percorso unitario iniziato con le proteste di maggio.

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È ampia dunque la rosa di temi toccati dal leader del sindacato nel suo discorso, ma tutti sono legati ad un unico filo rosso: la Costituzione. E’ proprio la Carta che, ribadisce Landini, indica proprio quella ‘via maestra’ per il futuro e che va difeso a tutti i costi. Il governo quindi deve rivedere le sue scelte, sia quelle in materia di politiche economiche e sociali, sia sulle riforme istituzionali. “Oggi non finisce la lotta per la costituzione, ma comincia, territorio per territorio, luogo per luogo. E non ci fermeremo finché non otterremo risultati”, mette in guardia il segretario, in uno stralcio del suo intervento che sembra quasi rievocare il celebre discorso di Enrico Berlinguer ‘Casa per casa, strada per strada’. Alza il tiro, il leader CGIL dalla manifestazione affollatissima a Roma dal titolo evocativo ”la strada maestra, insieme per la Costituzione”, anche se non risponderà mai alla richiesta che sale più volte dalla piazza di uno sciopero generale. ”Noi rappresentiamo la maggioranza di questo paese, vogliamo batterci per i diritti e per il lavoro e non ci fermeremo, andremo avanti fino a quando non otterremo risultati”, scandisce emozionato dal palco all’indirizzo di Palazzo Chigi che a breve dovra’ presentare quella manovra gia’ bocciata da Corso Italia come una manovra ‘senza coraggio ne’ visione’.

striscione la via maestra

”I soldi ci sono, abbiamo 110 miliardi di evasione fiscale, si cominci da lì”, ammonisce prima di tornare a criticare ferocemente l’atteggiamento del governo sul salario minimo. ”E’ ora di introdurre un salario orario minimo sotto il quale nessuno deve essere pagato. Cinque-sei euro all’ora sono salari da fame che nessuno può percepire”, scandisce ancora prima di ”denunciare quanto sta succedendo al Cnel”. Il governo, prosegue Landini, ” invece di prendersi la responsabilità di convocare le parti sociali per ragionare cosa fare sul lavoro ha subappaltato il tema al Cnel e ha messo dentro , guarda caso, sindacati che non rappresentano nessuno, che firmano contratti pirata. E in queste ore gli studiosi dicono che non c’è bisogno neanche di una legge di rappresentanza: questo è un attacco del Cnel alla libera azione dei lavoratori”,accusa. Ma Landini guarda anche all’unita’ sindacale: ”proporremo a Cisl e Uil di proseguire quella mobilitazione che unitariamente abbiamo fatto a maggio”, dice prima di salire sul palco. E poi l’immigrazione, altro tema divisivo per la CGIL. ”Vogliono raccontarci che il problema si risolve chiudendo i porti e le frontiere mentre non parlano mai del fatto che sono più i giovani italiani che se ne vanno all’estero che migranti che arrivano in Italia. Allora lo diciamo: il governo non faccia un finto braccio di ferro a scopi elettorali perché il tema dell’emigrazione è serio e va affrontato seriamente. E con l’Europa il gioco da fare e’ come si scrive il patto di stabilità e come si potranno attivare nuovi investimenti per crescere”, spiega allargando lo sguardo su guerra, pace e l’attacco di Hamas, ieri, nei confronti di Israele.

”Tutti dobbiamo essere costruttori di pace e per l’auto determinazione dei popoli, compreso quello palestinese. Ma noi condanniamo in modo esplicito quello che ha fatto Hamas contro il popolo israeliano. Ribadiamo la nostra contrarietà a qualsiasi forma di guerra”, dice ancora Landini tornando, in chiusura del suo intervento di poco meno di un’ora, sulla difesa della Costituzione. ”Abbiamo detto con chiarezza al presidente Meloni che noi la Costituzione l’abbiamo sempre difesa: l’abbiamo difesa con Berlusconi e l’abbiamo difesa con Renzi. Ma la lotta per la sua applicazione non finisce oggi ma comincia: e questo significa che faremo un’azione territorio per territorio nei quali rivendicheremo il diritto alla casa, ad un lavoro dignitoso, alla salute e all’istruzione”, conclude.