Questa mattina, 3 ottobre 2025, a partire dalle ore 9:00, si è svolto un presidio di protesta davanti alla Prefettura di Salerno, nell’ambito dello sciopero generale indetto in difesa della Flotilla e del diritto alla solidarietà internazionale. L’iniziativa ha visto la partecipazione di attivisti, sindacalisti, studenti, lavoratrici e lavoratori, cittadini solidali che hanno voluto esprimere con forza la propria indignazione per l’attacco subito dalla missione umanitaria diretta verso Gaza.
La Flotilla, composta da navi civili con a bordo attivisti, operatori umanitari e osservatori internazionali, da anni è impegnata in azioni pacifiche per denunciare il blocco imposto alla Striscia di Gaza dal governo israeliano. L’obiettivo della Flotilla è chiaro: rompere l’assedio, portare aiuti umanitari, e tenere viva l’attenzione internazionale su una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Le azioni della Flotilla sono simboliche ma profondamente concrete, e rappresentano un gesto di resistenza civile e nonviolenta contro un sistema di oppressione che priva milioni di persone dei diritti fondamentali.
Negli ultimi giorni, la Flotilla è stata oggetto di un attacco politico e mediatico senza precedenti, mirato a screditarne le finalità, criminalizzare le sue attività e intimidire chi partecipa a queste missioni. Alcune navi sono state fermate in acque internazionali, in violazione del diritto internazionale marittimo, e gli attivisti sono stati sottoposti a misure repressive ingiustificate. Ancora più grave è stato il silenzio – o peggio, la complicità – del governo italiano, che non solo non ha difeso i propri cittadini coinvolti nella missione, ma ha anche contribuito a criminalizzarne l’azione, disconoscendo i principi costituzionali su cui si fonda la nostra Repubblica: solidarietà, pace, giustizia internazionale.
Difendere la Flotilla oggi significa difendere il diritto alla solidarietà, alla libertà di espressione e alla resistenza civile contro ogni forma di dominio e di colonialismo. Non si tratta soltanto di Gaza o del popolo palestinese – seppure questi siano al centro di una tragedia umanitaria che si consuma da decenni – ma si tratta di una battaglia di civiltà che coinvolge ciascuno di noi. È in gioco la possibilità di costruire un mondo diverso, dove la cooperazione tra i popoli, il rispetto dei diritti umani e il rifiuto della guerra non siano parole vuote ma principi fondanti della convivenza internazionale.
Il presidio ha rappresentato un momento di presenza collettiva e visibile nello spazio pubblico, espressione di una volontà comune di non rimanere in silenzio di fronte a un’ingiustizia così grave. In un contesto in cui la guerra e la repressione sono sempre più utilizzate come strumenti di controllo politico e sociale, costruire spazi di dissenso, come quello che si è creato oggi a Salerno, diventa essenziale. Non si tratta di un gesto isolato, ma di una tessera di un mosaico più ampio, che in tutta Italia e in diverse parti del mondo si sta componendo grazie all’impegno di chi non accetta che l’indifferenza diventi la norma.
Anche le giovani generazioni hanno partecipato al presidio, portando cartelli e messaggi chiari di solidarietà. La loro presenza è stata una risposta a chi tenta di reprimere ogni voce fuori dal coro e conferma che la memoria e la solidarietà non sono parole astratte, ma si costruiscono nel presente, con scelte concrete.
Lo sciopero indetto per oggi ha voluto anche denunciare la co-responsabilità dei governi europei e delle istituzioni internazionali, che, con il loro immobilismo o con scelte apertamente politiche, contribuiscono a mantenere lo status quo. È tempo che le diplomazie europee escano dalla complicità silenziosa e si assumano le proprie responsabilità. Gaza è un simbolo, ma non è l’unico: le guerre, le occupazioni militari, le crisi umanitarie si moltiplicano, e ciò che manca è una voce unitaria che metta al centro l’essere umano, e non gli interessi geopolitici o economici.
Chi ha partecipato oggi al presidio ha scelto di non restare in silenzio. Ha scelto di stare dalla parte dei diritti, della giustizia, della solidarietà. Ha scelto di rifiutare la narrazione dominante che criminalizza chi si oppone all’ingiustizia. E ha rilanciato l’impegno per la manifestazione nazionale per la Palestina che si terrà domani, sabato 4 ottobre, a cui parteciperanno anche attivisti del territorio salernitano.
Concludiamo ribadendo che non ci fermeremo. Continueremo a mobilitarci finché non sarà posta fine al genocidio in corso, finché non sarà riconosciuto il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, alla libertà e alla vita. Continueremo a scendere in piazza finché il diritto internazionale non tornerà a essere la base delle relazioni tra gli Stati. Finché la solidarietà non sarà più un crimine, ma un dovere condiviso.
